Una critica che… fa acqua da tutte le parti

autore: Maurizio Sampietro

Quando si sentono asserzioni tipo: “La Bibbia contiene vistose discordanze e palesi incongruenze”, non ci si meraviglia più di tanto: sono anni ormai che le Sacre Scritture sono mira di tali insinuazioni, la maggior parte delle quali ha da tempo ottenuto plausibili spiegazioni. Ciò che invece stupisce ancora è quell’ingenuo entusiasmo di chi, evidenziando queste “incongruenze” pensa di aver scoperto l’uovo di Colombo contro l’ispirazione del testo biblico.

Come detto, la maggior parte di queste critiche è stata sufficientemente approfondita in differenti ambienti, ciò nonostante è giunta alla mia attenzione un’obiezione sconosciuta, che credo valga un approfondimento:

Come sono da intendersi le parole del Salmo 114:3b?

“il Giordano tornò indietro”.1

L’attraversamento del fiume Giordano da parte di Israele è un episodio molto conosciuto all’interno della narrazione delle Sacre Scritture, ed è descritto nel testo biblico di Giosuè (cap. 3-4). Questo libro contiene diversi miracoli, alcuni decisamente più sensazionali dell’arresto delle acque del Giordano, come la caduta delle mura di Gerico o il famosissimo “fermati o sole…”, la cui magnificenza li ha resi oggetto delle più svariate critiche da parte degli scettici.

Tuttavia un rilievo problematico è stato mosso all’episodio in esame, in quanto è stato ritenuto incongruente all’interno delle Sacre Scritture.

Ma andiamo con ordine. Ecco come l’evento è descritto all’interno del libro di Giosuè.

“E avverrà che, non appena i sacerdoti che portano l’arca di YHWH, Signore di tutta la terra, avranno messo le piante dei piedi nelle acque del Giordano, le acque del Giordano, che scendono dalla parte superiore, saranno arrestate, e si fermeranno in un mucchio”2

Dunque le acque si sarebbero fermate, il loro fluire avrebbe subito un arresto. Il v.16 conferma questa spiegazione e aggiunge nuovi dettagli.

“le acque che scendevano dalla parte superiore si fermarono e si elevarono in un mucchio, ad una grandissima distanza da lì, presso la città di Adàm che è vicino a Zaretàn; e quelle che scendevano verso il mare della pianura, il Mar Salato, furono interamente separate da esse; e il popolo attraversò di fronte a Gèrico”

Il fiume si interruppe come in una sorta di diga; questa interruzione è geograficamente collocata dal testo nei pressi di Adam, città situata circa 28 chilometri a nord del punto di traversata. Ma c’è un ulteriore dettaglio a supporto: il versetto afferma che le acque che scendevano verso il Mar Salato furono interamente separate da quelle che si erano bloccate a nord. Il confronto con altre traduzioni rende ancora più comprensibile il punto. TILC rende: “le acque che scorrevano verso il mar Morto scomparvero.” TNM17: “le acque che scendevano verso il Mare dell’Àraba (il Mar Salato) si prosciugarono”. E ciò è coerente con quanto espresso nel v.17 che dice: “tutto Israele passava sull’asciutto.”

Arriviamo al cap.4. Giosuè ordinò che venissero raccolte 12 pietre e fosse edificato un monumento commemorativo a ricordo dell’evento miracoloso a cui avevano assistito. Ecco le sue parole:

“Quando, in futuro, i vostri figli vi domanderanno: Che significano queste pietre per voi? Voi risponderete loro: Le acque del Giordano furono arrestate davanti all’arca del patto di YHWH; quando essa attraversò il Giordano, le acque del Giordano furono arrestate, e queste pietre rappresentano, per i figli d’Israele, un ricordo continuo”.3

Ancora una volta il senso è coerente con quanto fin qui considerato. L’ultima conferma all’interpretazione di uno sbarramento delle acque a nord del punto di traversata è fornita dall’epilogo della vicenda:

“Allora i sacerdoti che portavano l’arca dell’alleanza del Signore uscirono dal Giordano e appena toccarono la riva, il fiume tornò a scorrere nel suo letto come prima”4

Che il normale fluire delle acque fosse impedito è sottolineato dall’agiografo dall’indicazione che il fiume tornò a scorrere. La questione che la Bibbia presenti tale episodio come un miracolo non esclude che Dio possa essersi servito di un evento “naturale” (sismico?) per bloccare le acque del fiume. Cionondimeno, come indicato nel commentario di William MacDonald5, il fatto che l’evento si verificò come pre-annunciato (il tempismo fu perfetto e il fiume riprese a scorrere non appena il popolo ebbe raggiunto la sponda opposta) indica innegabilmente un intervento diretto di Dio in quella circostanza.

Ma veniamo al punto in questione. Leggendo il passo del Salmo 114 sembra che l’evento ebbe luogo in maniera diversa: il versetto afferma che il Giordano tornò indietro.

La prima riserva che verrebbe da ascrivere a questa seconda interpretazione (il fiume che “torna indietro”) è l’illogicità di questa dinamica. Una tale interpretazione non verrebbe adottata dal più mediocre scrittore di narrativa fantasy, in quanto del tutto inutile, poiché essendo il ciclo dell’acqua un “ciclo chiuso” l’unico risultato che si otterrebbe sarebbe quello di trovarsi dinnanzi alla stessa situazione, dal momento che un flusso di acqua che scorre al contrario non implica l’interruzione del flusso stesso. Tuttavia, questa considerazione non sposta il problema di quanto dichiarato nel Salmo, per cui è necessario capire il senso di tale affermazione.

Ritengo in prima battuta necessario non trascurare quella che è la caratteristica principale dei Salmi, cioè la valenza poetica di questo libro. Il contesto del Salmo 114:3 parla di monti che “saltano”, di mare che “fugge” e del fiume Giordano che “torna indietro”. Si tratta di figure retoriche che non sono certamente da intendersi alla lettera. Il “tornare indietro” riferito al Giordano può semplicemente indicare l’interruzione del normale scorrere delle acque.

Qualora a taluni non fosse sufficiente questa innegabile argomentazione, e si ostinassero a sottolineare la contraddittorietà tra i due brani, allora chiamiamo in causa un principio che io ritengo basilare nell’approccio all’esegesi biblica, ovvero quello per cui la Bibbia non si contraddice mai. Ragion per cui, quando si arriva a dare di un brano un’interpretazione che contraddice una verità insegnata in altri brani della Scrittura, tale interpretazione non è corretta. Per poterne scoprire il pieno significato, la Scrittura deve essere messa a confronto con la Scrittura.6

Alla luce di questo, se è vero che quanto abbiamo considerato dell’esposizione di Giosuè non deve contraddire il Salmo, è altrettanto vero che quanto afferma il Salmo non deve contraddire quanto esposto in Giosuè. Perciò se vogliamo accordare le due scritture, ecco quale potrebbe essere la chiave di lettura per un’interpretazione corretta dei due brani.

Nell’esposizione di Giosuè c’è un dettaglio che pare passare inosservato, ma forse è fondamentale per sbloccare la nostra impasse. Al cap. 3 versetto 15 c’è questa dichiarazione:

 “il Giordano straripa ovunque durante tutto il periodo del raccolto”

Dunque, le acque del fiume debordavano dal suo alveo in ogni dove. Se proviamo con uno sforzo di immaginazione ad osservare la scena dal punto di vista di uno spettatore in loco, quando le acque del fiume vennero arrestate presso Adam, le acque che strabordarono, pian piano rientrarono nel letto del fiume “tornando indietro”. Tant’è che al versetto 18 del capitolo 4 viene sottolineato la conseguenza opposta.

“E avvenne che, come i sacerdoti che portavano l’arca del patto di YHWH furono usciti dal Giordano […] le acque del Giordano tornarono al loro posto, e strariparono da per tutto, come prima”.

Ritengo che quanto sopra esposto sia in grado di rispondere adeguatamente all’appunto critico mosso sulla questione.

Ancora una volta l’esame del testo biblico ci mette davanti all’inconsistenza delle illazioni a cui è soggetto. Questo ci spinge a una riflessione più ampia: perché alcuni si limitino a ritenere vere certe asserzioni senza approfondire il contenuto delle Scritture? Questo è un tipo di indagine che ogni persona perspicace farebbe e che esula dal ritenere la Bibbia Parola ispirata di Dio. Nessuno penserebbe di screditare la Divina Commedia alla luce di una possibile incongruenza, anzi ancora oggi la si approfondisce a motivo della sua magnificenza letteraria, scrutando in profondità il testo del sommo Poeta. Forse coloro che si limitano ad accettare con entusiasmo certe critiche bibliche credono di aver scoperto l’uovo di Colombo contro l’ispirazione del testo biblico, ma probabilmente dovrebbero solo prendersi il tempo di approfondirlo con maggiore attenzione (e forse anche con un po’ più di umiltà).

Maurizio Sampietro

1 In questo articolo ovunque non specificato, il testo biblico riportato si riferisce alla versione riveduta di Luzzi (di pubblico dominio consultabile online all’indirizzo http://www.intratext.com/IXT/ITA0169/) da me aggiornata nella terminologia e nel ripristino del Tetragramma.

2 Giosuè 3:13.

3 Giosuè 4:6,7.

4 Giosuè 4:18 TILC.

5 W. MACDONALD, Il commentario biblico del discepolo, Antico Testamento, Ediz. CLV, Bielefeld (Germany) 2013, Pag. 276.

6 Nuova Riveduta 2006, note e commenti di J. G. MacArthur, Società Biblica di Ginevra, 2007, pag. 35.