La Poesia nella Bibbia

Preconcetti assai diffusi sulla Bibbia, soprattutto del cosiddetto Vecchio Testamento, portano a considerarla come una raccolta di scritti ostici, dedicata a patti, leggi, obblighi e divieti. Ma l’arte letteraria della Bibbia, sia nella prosa narrativa sia nella poesia, è capace di toccare vette di sublime raffinatezza ed elegante estetica. La poesia biblica, che spesso veniva cantata con accompagnamento musicale, non usava la rima, i ritmi fonetici, così come siamo abituati a concepire una poesia oggi. Usava piuttosto i ritmi concettuali, la simmetria di pensieri, i ritmi del senso, che venivano ottenuti attraverso i cosiddetti “parallelismi semantici”. Di questi parallelismi semantici ne esistono tre forme principali (alcuni ne arrivano a contare cinque, aggiungendo il comparativo e il convergente):

  • il parallelismo sinonimico, dove il secondo verso ripete in parte il concetto del verso precedente, ma con altre parole
  • il parallelismo antitetico, dove un verso esprime il pensiero opposto rispetto all’altro
  • il parallelismo sintetico, dove la seconda parte di un verso amplia il pensiero del primo verso.

Per il poeta biblico, un parallelismo sinonimico non è mai un equivalente semantico: anche se utilizza dei sinonimi, inserisce sempre dei piccoli margini di diversità cercando di evitare la piena sinonimia. Il poeta gioca molto sulla percezione di questa diversità, di questa ricercata disarmonia in un contesto armonico. E questa disarmonia si concretizza normalmente con un movimento di accrescimento, di intensificazione; un’interazione dinamica fra i due versi dove le sensazioni diventano più forti, le immagini più nette, le azioni più potenti. Qui di seguito uno dei brani poetici che preferisco, con una breve introduzione e una lettura in ebraico originale.

 Per ogni cosa c’è un tempo fissato (Qoelet cap.3)

Il Qoelet è un libro abbastanza corto, solo dodici capitoli. Prende il nome da una parola ebraica che ha l’equivalente nel greco Ecclesiastes, da cui la traslitterazione italiana in Ecclesiaste, che è un personaggio identificato nel primissimo versetto con il saggio Salomone, figlio del re Davide. Lo sguardo di questo poeta è puntato al corso delle cose che fluiscono “sotto il sole”; egli scruta le realtà presenti e parla rivolgendosi non solo all’israelita contemporaneo, ma all’uomo comune, all’uomo di ogni epoca, immerso nella vita di ogni giorno, all’uomo ricco, al povero, al colto e all’incolto, per offrirgli quella saggezza che trascende, che va oltre qualsiasi credo religioso. Una delle pagine più celebri del libro dell’Ecclesiaste è quella che contiene le parole del capitolo 3. Questa si apre con un elenco di quattordici coppie di eventi antitetici che si alternano nell’esistenza umana, ciascuno a suo “tempo”. Quattordici coppie, sette+sette. Sappiamo come nei testi biblici il numero sette sia spesso utilizzato per indicare il concetto di completezza, di totalità. Ci troviamo davanti ad un elenco di eventi che caratterizzano la totalità di ciò che accade nell’esistenza, eventi che sembrano ripetersi ciclicamente senza che l’uomo li possa governare o se ne possa liberare. Ma c’è un modo che permette all’uomo di non essere dominato da questi eventi ed è il saper cogliere non soltanto la dimensione quantitativa del tempo che passa, ma soprattutto la sua dimensione qualitativa. Al versetto 11 leggiamo “Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo“. La “bellezza nel tempo” è la “bellezza del tempo” che fluisce. Saper cogliere questa bellezza, permette di non essere dominati dalla ciclicità degli eventi. Vi lascio alla lettura e all’ascolto di questi meravigliosi versi in lingua originale.

Per tutto c’è il suo tempo

c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo:

un tempo per nascere e un tempo per morire,

un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato,

un tempo per uccidere e un tempo per guarire,

un tempo per demolire e un tempo per costruire,

un tempo per piangere e un tempo per ridere,

un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare,

un tempo per gettar via pietre e un tempo per raccoglierle,

un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci;

un tempo per cercare e un tempo per perdere,

un tempo per conservare e un tempo per buttar via,

un tempo per strappare e un tempo per cucire,

un tempo per tacere e un tempo per parlare,

un tempo per amare e un tempo per odiare,

un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

[…]

Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo