Analisi testuale di una versione biblica: la Traduzione del Nuovo Mondo

Prefazione di Francesco Arduini


Correva l’anno 2005 quando Felice Buon Spirito pubblicò il suo primo libro[1]  dedicato alla versione biblica tradotta ed edita nel 1987 dalla Watch Tower Bible and Tract Society, nota come Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (TNM).

Hal Flemings, professore aggiunto di lingua ebraica presso il San Diego Community College, scrivendo la prefazione a quel libro, dichiarava testualmente:

“Felice Buon Spirito è un pensatore critico che dimostra un talento da studioso degno di nota. Questa sua opera è eccezionale. Mi auguro che non sia l’ultima, perché il suo è davvero un talento raro”.

Sono passati più di 17 anni e non c’è dubbio che questo originale augurio si sia realizzato in maniera piena: non solo Buon Spirito ha pubblicato altri libri sul medesimo soggetto, ma oggi presenta questa sua ultima fatica con la quale “misura” la nuova edizione della Traduzione del Nuovo Mondo, disponibile in lingua italiana dal 2017.

Chiunque, in passato, abbia dovuto o voluto esaminare la TNM per studiare la resa di certi versetti caratterizzanti, ha anche consultato il testo di Buon Spirito; sono sicuro di questo fatto perché, e non ritengo di esagerare, il nostro autore può a ragion veduta essere considerato un punto di riferimento per qualsiasi studio comparativo che coinvolga la Traduzione biblica dei Testimoni di Geova in lingua italiana. Io stesso, accanto alle classiche opere di approfondimento biblico, ho spesso usato i precedenti testi di Felice Buon Spirito come valido strumento di consultazione. E lo stesso destino attende certamente il presente libro.

Anche se la nuova edizione della TNM mostra sostanziali differenze di traduzione rispetto a quella edita nel 1987, Buon Spirito non manca di esaminarle una per una, rispondendo alle perplessità che, oggi come allora, sono state formulate da diversi critici. Ritengo di conoscere in maniera abbastanza approfondita sia la Traduzione del Nuovo Mondo del 1987[2] sia l’ultima edizione del 2017, e posso confermare senza ombra di dubbio che Buon Spirito elabora il suo pensiero in maniera intellettualmente onesta, non mancando di evidenziare anche alcune scelte che, secondo lui, necessitano di maggiori informazioni per poter essere comprese in ogni loro sfumatura filologica.

Sterili, faziose e, a mio parere, del tutto fuori luogo sono le critiche che in questi anni gli sono state rivolte in merito all’uso dei puntini di reticenza: mai tale uso ha compromesso o alterato il senso di quanto Buon Spirito voleva evidenziare.

Vi lascio alla lettura, o per meglio dire allo studio, delle pagine seguenti non senza sottolineare una fra le caratteristiche più incredibili della Bibbia, quella di essere “viva e potente; più affilata di qualsiasi spada a doppio taglio che penetra fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dal midollo” (Ebrei 4:11). La Bibbia ha, in sostanza, la capacità di toccare le corde più intime e più delicate dell’essere umano, costringendolo a confrontarsi con le sue paure e le sue certezze. Ma come ogni “spada”, bisogna saperla impugnare, bisogna conoscerne le caratteristiche, bisogna imparare a maneggiarla nel modo corretto; e Felice Buon Spirito, anche questa volta, si dimostra un buon “maestro d’armi”, fornendo tutte quelle indicazioni utili a comprendere i versetti più complessi e discussi nella storia dell’esegesi biblica.


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[1] Buon Spirito, F., La Traduzione del Nuovo Mondo, manipolata o tradotta fedelmente?, Edizioni Azzurra7, Gardigiano di Scorzè 2005.

[2] Cfr. Arduini, F., Pizzorni, S., La Bibbia prima del dogma. La traduzione del nuovo mondo come paradigma dell’ermeneutica biblica, Aracne edizioni, Roma 2013.