Il Castello di Corallo e la Sweet Sixteen
Edward Leedskalnin
In Florida, a 40 km da Miami, percorribili in meno di un’ora di macchina sulla South Dixie Highway, è possibile visitare il monumento noto con il nome di Coral Castle, originariamente chiamato Rock Gate Park, e da alcuni definito come la Stonehenge americana. Si tratta di una meraviglia ingegneristica costruita in meno di trent’anni da un solo uomo, Edward Leedskalnin (1887-1951), emigrato dalla Lettonia.
Secondo quella che è la storia generalmente accettata, Edward era fidanzato con Agnes Scuff, lui ventottenne lei sedicenne (da qui il soprannome in seguito usato di “sweet sixteen”); il giorno prima delle nozze, Agnes ruppe il fidanzamento e non volle più rivedere Edward. Secondo Agnes, la differenza di età fra i due era troppo alta e il matrimonio non avrebbe mai potuto aver luogo.
Edward abbandonò la Lettonia e viaggiò in Europa prima, e nel Nord America poi, facendo esperienza con diversi lavori manuali. Durante i suoi viaggi contrasse la tubercolosi e decise conseguentemente di prendere fissa dimora in Florida, dove il clima avrebbe favorito la sua condizione di salute.
Non avendo mai dimenticato la sua sweet sixteen, Edward decise di costruire un castello meraviglioso nel tentativo di riconquistare la sua amata: la speranza era che, come nelle migliori delle favole, Agnes ritornasse sulla sua decisione e lo raggiungesse per vivere insieme a lui in quella reggia fatta di corallo. Edward morì di infarto a 64 anni, senza aver mai avuto modo di rivedere Agnes.
Coral Castle
L’intera struttura è in realtà costituita non da “corallo” ma da massi di calcare oolitico, per un complessivo di 1.100 tonnellate.
Fra le varie sculture realizzate da Edward, ci sono:
- una porta da 9 tonnellate (secondo alcune fonti peserebbe meno di 6)
- una porta da 3 tonnellate
- numerose sedie da circa 500 kg l’una (vedi foto)
- un tavolo a forma dello stato della Florida
- un tavolo a forma di ombrello
- un tavolo a forma di cuore, dal peso di oltre 2 tonnellate (vedi foto)
- una camera da letto con tanto di letto per gli sposi e lettino per un bambino (vedi foto)
- un bagno
- una fontana
- un barbeque (vedi foto)
- la stanza del trono, con un trono per lui, uno per la sua “regina” e uno anche per il piccolo “principe”
- un pozzo
- corpi celesti (Marte, Saturno, la Luna) (vedi foto)
- un telescopio da circa 18 tonnellate
- un obelisco da 25 tonnellate (vedi foto)
- un angolo giochi per i bambini
- una torre con una stanza superiore adibita ad alloggio, composta da blocchi dal peso variabile dalle 4 alle 9 tonnellate
- le mura di cinta, composte da monoliti pesanti fino ad un massimo di 27 tonnellate (vedi foto)
Sempre per questioni collegate al clima e alla sua salute, Edward lavorava prevalentemente di notte. Trovò anche il tempo di scrivere e pubblicare cinque opuscoli, veramente brevi, su temi diversi. In uno di essi presentò la sua visione pseudoscientifica sul magnetismo. La pubblicità dei pamphlets venne veicolata attraverso i giornali locali anche sfruttando la notorietà acquisita grazie al Coral Castle.
La leggenda
Con il passare del tempo, la leggenda sul Coral Castle prendeva sempre più forma; una leggenda senza dubbio alimentata anche dal carattere riservato del suo costruttore.
Edward sarebbe stato in grado di far “levitare” i massi grazie alle sue conoscenze sul magnetismo. Li movimentò senza compiere nessuno sforzo apparente. Quando spostò l’intero castello dal sito originale, ubicato a circa 10 minuti da strada dall’attuale posizione, nessuno lo vide caricare e scaricare i camion adibiti alla movimentazione; nessuno lo vide mai estrarre, lavorare e posare le sue sculture; quando gli chiesero quale fosse il suo segreto, rispose dichiarando di conoscere la tecnica “dei costruttori delle piramidi”. Lasciò una chiave numerica cifrata che, una volta decriptata, avrebbe permesso di svelare il mistero.
Queste che seguono sono solo alcune delle affermazioni che si possono trovare sui numerosi siti e pubblicazioni che affrontano l’argomento. Esaminiamole una per una offrendo un punto di vista alternativo, un punto di vista un po’ più razionale, un punto di vista che potrebbe mettere in luce alcune soluzioni forse meno misteriose di quanto si potrebbe essere portati a credere.
Tutta la struttura è realizzata in blocchi di pietra di grandi dimensioni uniti senza fare uso di malte [1]:
FALSO: l’uso di malta è chiaramente visibile in tutta la struttura. I blocchi della torre sono uniti da malta sottostante, sovrastante e anche laterale. Si può notare l’utilizzo di malta anche nei blocchi del barbeque e su alcune sculture posizionate lungo il muro a nord.
Il Dipartimento di Geologia dell’Università della Florida, dopo la morte di Edwar Leedskalnin, esaminò alcune rocce che facevano parte della struttura che reggeva la porta girevole da 9 tonnellate, e ne certificò l’origine misteriosa [2].
FALSO: La stessa Università, contattata e interrogata nel merito, attraverso Public Record Request, risponde che dalla consultazione dei loro archivi non risulta siano mai stati effettuati studi sulle pietre di Coral Castel [3].
Nessuno ha mai visto Edwar lavorare. Tenne uno stretto riserbo sul suo lavoro [4]
FALSO: sicuramente non vi era mai una gran folla ad assistere mentre lavorava, non fosse altro perché principalmente lo faceva di sera e di notte. Ma esistono alcune testimonianze e fotografie che lo riprendono impegnato a movimentare i blocchi di corallo.
Edwar disse di conoscere i segreti dei costruttori delle piramidi
VERO: In diverse occasioni Edwar, di fronte allo stupore dei visitarori che gli chiedevano come facesse a muovere quei massi, rispose che “conosceva il segreto dei costruttori delle piramidi”.
Edward incise su un masso un numero che rappresenta la chiave (ancora non decifrata) per comprendere i misteri dell’universo [5]
FALSO: il numero che si vede inciso su una parete della sua stanza è semplicemente il numero del certificato che attestava la sua regolare presenza come immigrato.
Ancora oggi non si riesce a comprendere come sia riuscito a bilanciare perfettamente le due porte girevoli, in modo che potessero essere aperte anche da un bambino, senza il minimo sforzo
VERO: durante alcune moderne operazioni di restauro si rese necessario sollevare la porta da nove tonnellate dal suo perno centrale. Una volta terminati i lavori, non si riuscì più a riposizionare la porta in modo da poterla muovere con un dito. La porta più piccola invece mantiene ancora oggi questa incredibile caratteristica.
Conclusione
Perché mi occupo del Coral Castle? Perché nonostante l’argomento principale di questo sito sia a tema religioso, ospita anche articoli che trattano di presunti “alieni-dèi” che interferirebbero con la civiltà umana. Manco a dirlo, anche nel caso di Edward Leedskalnin si narra che le sue conoscenze sarebbero derivate da contatti con entità aliene o da fenomeni paranormali [6]. Nessuna prova in tal senso, ovviamente!
Pur non essendo il mistero insondabile che qualcuno vorrebbe, il Coral Castle è senza dubbio un monumento unico e affascinante, capace di catturare l’immaginazione di chiunque lo visiti. La storia di Edward Leedskalnin è una testimonianza straordinaria di come determinazione e passione possano trasformare un sogno in realtà, affiancate da un’abile strategia di marketing: con una storia d’amore avvincente e le sue eccentriche teorie sul magnetismo, Edward attirò l’attenzione del pubblico, promuovendo e vendendo i suoi libretti ai visitatori.
Nonostante le leggende e i misteri che avvolgono la costruzione del Coral Castle, la vera magia risiede nella creatività e nell’ingegno umano. Edward non aveva bisogno di poteri sovrannaturali o conoscenze segrete: gli bastarono immaginazione, determinazione e un instancabile lavoro manuale. Il Coral Castle rimane un simbolo di ciò che può essere realizzato con passione e dedizione, continuando a ispirare chiunque sogni di creare qualcosa di davvero unico. Ma che dire di Agnes Scuff, la sua “dolce sedicenne”? Secondo alcune fonti [7], sarebbe una storia sostanzialmente inventata. Mi piace però pensare che una “sweet sixteen” (lett. ‘dolce sedici’) abbia realmente accompagnato Edward in questa fase della sua vita, e che egli la identificasse con la scala che, al termine delle sue lunghe giornate di lavoro, lo guidava verso il meritato riposo nella sua stanza, situata nella torre del castello. Una scala speciale, composta, non a caso, da sedici gradini: la sua personale “sweet sixteen”.
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Coral_Castle – consultato il 28.12.2024.
[2] Coral Castle: The Mystery of Ed Leedskalnin and His American Stonehenge, Rusty McClure, Clerisy Pr. edizioni, 2009.
[3] Corrispondenza privata con riferimento interrogazione #W007313-042420.
[4] Vedi nota 1.
[5] https://oeis.org/A115096
[6] http://www.coralcastlerocks.com/2016/07/alien-sculpture-found-at-coral-castle.html – consultato il 28.12.2024.
[7] https://latvian34.rssing.com/chan-11367038/all_p3.html – consultato il 28.12.2024.
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