Commento a ‘Da Darwin a Hitler’
Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze
Teorema di Thomas
– Unisciti a me. Aiutami a salvare la nostra razza. Daremo corso a un nuovo inizio, recideremo i lignaggi degenerativi che ci hanno condotti a questo!
– E chi deciderà quali lignaggi sopravvivranno?… Tu?
Man of Steel
La prima granata di cui si abbia notizia è cinese (Dinastia Song 960-1279 d.c.) ed era costituita da un recipiente di ceramica che conteneva polvere da sparo. Ciò che uccideva non era tanto la deflagrazione in sé, ma i risultati di questa piccola esplosione: cocci che si spargevano come proiettili tutto intorno e il fuoco che divampava e consumava ciò che lambiva.
Il 24 novembre 1859 deflagrò silenziosamente una granata intellettuale. Pochi si resero conto del potenziale distruttivo che portava in grembo, ma quando deflagrò tutti i frammenti concettuali si scagliarono sull’immagine di essere umano che sino ad allora aveva guidato le generazioni passate. Quei proiettili invisibili frantumarono le ossa, lacerarono i tendini, massacrarono le carni della concezione umana come mai era successo prima.
Ci furono menti illuminate, profetiche nelle loro fosche previsioni, che si resero subito conto del pericolo. Invano avvertirono il ‘granatiere’, perché sebbene non sufficiente, fu sicuramente causa necessaria allo sviluppo di idee che portarono agli anni più bui che l’umanità abbia mai conosciuto.
La lucidità con cui Richard Weikart raccoglie nel suo saggio questi frammenti infuocati restituisce una fotografia nitida e scioccante del percorso sociale che ebbero nelle menti più autorevoli dell’epoca. Ha il pregio di fissare delle istantanee che ripercorrono le traiettorie ferali di questi proiettili, getta una visione d’insieme sulla deflagrazione che questa granata intellettuale ebbe sulla concezione umana, come riscrisse un mutamento improvviso di visione dettato dall’esigenza politico-sociale di riscrivere un percorso nuovo, slegato dalla visione giudeo-cristiana, atto a proiettare il progresso e l’uomo oltre i limiti e le barriere etiche e morali dettate dalla vecchia visione.
I risultati furono catastrofici.
Venne ribaltato tutto ciò che aveva elevato l’uomo verso vette di conquista etica e sociale. Sebbene ci furono rare eccezioni, la maggioranza investì in questo nuovo credo. La morte divenne amica, il fragile divenne superfluo, il diverso divenne nemico, il debole divenne inutile. Questa nuova catena si sostituì ai pilastri che reggevano la società. Ma ogni catena non può essere più forte del suo anello più debole, e nel cercare nuovi valori per illudersi di renderla indistruttibile si finì per spezzarla laddove si credeva fosse più forte.
Da Darwin a Hitler descrive con dovizia storica questo processo. Immergendosi nei documenti storici e nella lettura scientificamente asettica si ripercorre una traiettoria ricorsiva che sottolinea con sgomento quanto il male può insinuarsi nelle idee, e quanto può esserlo ancora oggi se si facesse l’errore di ritenere il pericolo superato. Ogni volta che si mette da parte la centralità dell’uomo sacrificandolo sull’altare di un sistema, di un credo, di una teoria scientifica, ci avviciniamo a questi costrutti che portarono l’umanità all’orlo dell’abisso. Ogni volta che consideriamo l’uomo accessorio, che lo riduciamo a logiche mercantilistiche, strumentali, evoluzionistiche, ecco che l’ombra di ciò che fu si proietta nel futuro che stiamo costruendo.
Questo non è solo un saggio, ma un grido d’allarme, che solca le onde del tempo come monito alle generazioni che verranno. Una lettura profondamente riflessiva, che ci pone davanti ai risultati di abbracciare un’ideologia che a volte, come documentato, non si basa su verità, ma su ipotesi ritenute tali e sulla fede che si decide di riporvi. Uno specchio che mostra l’immagine e mette a nudo la catena consequenziale che porta un’idea a diventare stigma, che inizia a diffondersi come un virus, che attanaglia le menti e le conduce come schiave a concepire orrori che parevano logici e giustificati, perfino naturali. Un parassita concettuale che va estirpato con tutta la forza di cui siamo capaci, perché come si realizza finendo le pagine di questo vessillo dell’animo umano, esso si nasconde nelle pieghe oscure della visione sul mondo che decidiamo di abbracciare.
Cristian Puliti
Richard Weikart, Da Darwin a Hitler. Etica evoluzionistica, eugenetica e razzismo in Germania, edizione Passaggio. 2019.
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